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29, Nov 2014

Teho Teardo, Le retour à la raison. I film di Man Ray

6 e 7 dicembre, ore 21:00 Villa Manin, Passariano (UD)
Nel salone centrale della villa si terrà la proiezione di tre film di Man Ray con l'esecuzione dal vivo delle musiche scritte da Teho Teardo per Le retour à la raison, Emak bakia, L'etoile de mer.
Prima assoluta.

Teho Teardo - chitarre, electronics
Stefano Azzolina - viola
Elena de Stabile - violino

I posti sono limitati, vi consiglio di prenotare i biglietti telefonando a Villa Manin, 0432.821211

https://www.youtube.com/watch?v=X-c_CIHxcDQ

Caro Man Ray,

mi permetto di scriverti perché quando mi hanno proposto di pensare alla musica per tre tuoi film mi sono ricordato del giorno in cui ho letto il mio primo manuale di storia dell'arte. Ero molto giovane e tu, con quel nome da personaggio mitologico, potevi immediatamente competere con la galleria di miti della musica post punk e sperimentale di quei giorni, eri un'altra regina nel mio personale empireo della trasgressione. Allora era un requisito fondamentale per attirare la mia attenzione.
Poi si cresce, tutto si trasforma sugli strati che abbiamo sedimentato nel corso degli anni.
Ho pensato non avresti affatto apprezzato una colonna sonora per i tuoi film. Temevo avresti fatto ritorno per colpirmi forte il cranio con quel ferro da stiro chiodato, la notte, nel sonno.
Una colonna sonora non combacia con l'idea di cinema dell'Uomo Raggio, sinceramente nemmeno con la mia visione di soundtrack. Su questo siamo probabilmente in sintonia.
Quindi ho scartato da subito l'ipotesi colonna sonora perché sarebbe stato come cercare di addomesticare l'irruenza di quanto accaduto in quegli anni di furiose esplosioni dell'avanguardia fino a farne intrattenimento. E a noi non interessa l'intrattenimento.
Meglio un altro tipo di avvicinamento ai tuoi film, cercando appuntamenti di natura emotiva, fino quasi ad allinearsi con quel mondo, ma senza commentarlo, senza imitarlo, evitando di ribadire quanto già detto nella pellicola. In fondo è quanto ho perseguito in questi anni nel mio rapporto con il cinema.
Ti ho pensato quando nella camera oscura appoggiavi oggetti alla pellicola per impressionarla, così ho deciso che avrei iniziato questo progetto utilizzando principalmente gli oggetti che erano rimasti sul tavolo del mio studio nell'ultima sessione di registrazioni: molle, chiodi, filo di rame, spray disossidante, pezzi di metallo. Ho usato le gambe del tavolo e la mia sedia per creare le fonti ritmiche, il pavimento, il metallo del lucernario. In modo casuale ho registrato rumori e suoni di oggetti per giorni. Era tutto molto concreto, stridente, per certi versi addirittura caustico.
Sono partito dal suono, perché è così che la musica indaga la realtà, attraverso la capacità evocativa del suono e dell'armonia cerca la verità in ciò che siamo, perché la musica risponde ad una sola legge ed è la verità. Nel farlo necessita di paragoni, di confronti spietati tra gli accadimenti tra un luogo ed un altro, è una questione di sentimento che chiede di unire i puntini nella mappa delle nostre intenzioni facendo dei paragoni rispetto a dove ci troviamo quando pensiamo alla stessa cosa. E' solo a quel punto che finalmente vedo manifestarsi qualcosa davanti a me ed allungarmi fino alla commozione.
Posso entrare così nei tuoi film, attraverso il suono per cercare di capire quali riflessi possano finalmente agglutinarsi per dare un senso alla mia presenza di fronte a quelle immagini che nel corso dei decenni sono diventate icone gigantesche, libere da qualsiasi riferimento. Un questione di unicità che si ripropone costantemente nel tuo lavoro.
Nel rivedere questi film dove l'urgenza della ricerca è sempre alla base del tuo lavoro percepivo anche un senso di inquietudine, come se ci fosse qualcosa di incombente, non tanto nelle immagini, ma nel mio sguardo. In effetti solo una decina di anni dopo la seconda guerra mondiale spazzò via tutto, cancellando l'Europa che tu con i dadaisti ed i surrealisti avete cominciato a delineare.
Per me siete stati il primo racconto dell'Europa del 900, una questione identitaria ma con il desiderio irruento di vederla trasformare testando i limiti dei recenti mezzi a disposizione, come il cinema e la fotografia. Una fortissima proiezione per il futuro. Peccato quel futuro non sia mai arrivato: mentre riguardavo i film ho sentito una sorta di rintocco funebre per qualcosa che è andato definitivamente distrutto dalla guerra che ha attenuato tutte le spinte avanguardistiche che hanno reso irripetibili i primi tre decenni del secolo in quanto definizione di un'estetica che fosse europea.
C'è un'altra cosa che ti vorrei dire circa la musica: quando morì mia madre ebbi delle serie difficoltà ad ascoltare musica che avesse una componente emotiva pronunciata. Ho ascoltato molte sciocchezze, cose leggere. Ci ho messo circa un anno per immergermi nuovamente in ciò che cercavo perché è stata tale l'entità di quel vuoto che non riuscivo a fare altrimenti. Provo qualcosa di analogo per il tuo lavoro, mi arriva spesso in forma di perdita, di assenza perché l'amore si misura anche in mancanza.

Teho Teardo